2 settembre EXTRA

GLI ARTISTI:

Mario Brunello: Nel 1986 è il primo artista italiano a vincere il Concorso Čaikovskij di Mosca che lo proietta sulla scena internazionale. Viene invitato dalle più prestigiose orchestre, tra le quali London Philharmonic, Munich Philharmonic, Philadelphia Orchestra, Mahler Chamber Orchestra, Orchestre Philharmonique de Radio-France, DSO Berlin, London Symphony, NHK Symphony di Tokyo, Kioi Sinfonietta, Filarmonica della Scala, Accademia di Santa Cecilia; lavora con direttori quali Valery Gergiev, Sir Antonio Pappano, Yuri Temirkanov, Manfred Honeck, Riccardo Chailly, Vladimir Jurowski, Ton Koopman, John Axelrod, Riccardo Muti, Daniele Gatti, Myung-Whun Chung, Seiji Ozawa.
Brunello si presenta sempre più di frequente nella doppia veste di direttore e solista dal 1994, quando fonda l’Orchestra d’Archi Italiana, con la quale ha una intensa attività sia in Italia che all’estero. Nell’ambito della musica da camera collabora con celebri artisti, tra cui Gidon Kremer, Yuri Bashmet, Martha Argerich, Andrea Lucchesini, Frank Peter Zimmermann, Isabelle Faust, Maurizio Pollini, Valery Afanassiev e l’Hugo Wolf Quartett.
Ph_MicheleAmbrogi_0009Nella sua vita artistica riserva ampio spazio a progetti che coinvolgono forme d’arte e saperi diversi (teatro, letteratura, filosofia, scienza), integrandoli con il repertorio tradizionale. Interagisce con artisti di altra estrazione culturale, quali Uri Caine, Paolo Fresu, Marco Paolini, Stefano Benni, Gianmaria Testa, Margherita Hack, Moni Ovadia e Vinicio Capossela. Attraverso nuovi canali di comunicazione cerca di avvicinare il pubblico a un’idea diversa e multiforme del far musica, creando spettacoli interattivi che nascono in gran parte nello spazio Antiruggine, un’ex-officina ristrutturata, luogo ideale per la sperimentazione.
I diversi generi artistici si riflettono nell’ampia discografia che include opere di Vivaldi, Bach, Beethoven, Brahms, Schubert, Franck, Haydn, Chopin, Janáček e Sollima. Deutsche Grammophon ha pubblicato il Triplo Concerto di Beethoven diretto da Claudio Abbado e EGEA Records ha dedicato all’artista la collana “Brunello Series” composta da cinque Cd: “Odusia”, odissea musicale nella cultura del Mediterraneo, “Brunello and Vivaldi”, “Violoncello and” per violoncello solo, “Schubert e Lekeu” con Andrea Lucchesini e le Suites di Bach (Premio della Critica 2010). Il suo ultimo disco, per EMI, contiene la registrazione live del Concerto di Dvorak con l’Accademia di Santa Cecilia e Antonio Pappano.
Mario Brunello ha studiato con Adriano Vendramelli, perfezionandosi in seguito con Antonio Janigro. È direttore musicale del festival “Artesella arte e natura” e Accademico di Santa Cecilia. Suona il prezioso violoncello Maggini dei primi del Seicento appartenuto a Franco Rossi.
Giuliano Carmignola è riconosciuto come uno dei massimi interpreti del violino moderno e barocco, stimato per il suo ampio repertorio, che spazia dal Barocco al Classicismo, dal Romanticismo fino agli autori contemporanei.
La carriera di Carmignola inizia con la vittoria del “Premio Città di Vittorio Veneto” nel 1971 e del “Premio Paganini” a Genova nel 1973. In seguito a questi prestigiosi riconoscimenti, si esibisce come solista sotto la direzione di Claudio Abbado, Eliahu Inbal, Peter Maag e Giuseppe Sinopoli, nelle più prestigiose sale da concerto. Ha intrapreso inoltre lunghe tournèe con I Virtuosi di Roma e si è cimentato con la prima esecuzione italiana del Concerto per violino di Dutilleux.
Recentemente ha tenuto numerosi concerti e tournée con l’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado, con Andrea Marcon e l’Orchestra Barocca di Venezia e con l’Academy of Ancient Music. In particolare si ricordano la tournée con la violinista Viktoria Mullova, il successo ottenuto in Giappone con la fortepianista Yasuyo Yano, i concerti di Mozart con la Royal Scottish National Orchestra e la lunga tournée negli Stati Uniti.Giuliano-Carmignola
Nella stagione 2005 ha eseguito il Concerto di Mendelssohn con Christopher Hogwood al Barbican Centre, concerti come direttore e solista con la Mahler Chamber Orchestra, ed ha effettuato la sua terza tournée in Giappone.
Nel novembre del 2004, chiamato da Claudio Abbado come spalla e violino solista, partecipa al debutto dell’Orchestra Mozart. Inizia così una collaborazione stabile, che lo ha visto, fra l’altro, protagonista nell’esecuzione integrale dei Concerti per violino di Mozart, registrati per la DGG e pubblicati nel 2008.
Giuliano Carmignola è regolarmente presente ai più importanti festival internazionali. La BBC ha trasmesso la sua performance del 2002 al BBC Proms.
La sua ampia discografia include sei registrazioni per la Sony con l’Orchestra Barocca di Venezia, che comprendono la prima incisione di alcuni concerti di Vivaldi, Le Quattro Stagioni, e pagine di Locatelli. Attualmente incide in esclusiva per la Deutsche Grammophon Gesellschaft. L’uscita di Concerto Veneziano, una serie di concerti di Tartini, Locatelli e Vivaldi, è stata seguita da un disco di pagine vivaldiane in prima registrazione, che è stato recentemente premiato con il “Diapason D’Or” e lo “Choc du Monde de la Musique”.
Originario di Treviso, Carmignola ha cominciato i suoi studi con il padre e ha conseguito il diploma a Venezia, dove ha studiato con Luigi Ferro, perfezionandosi poi con Nathan Milstein, Franco Gulli e Henryk Szeryng. Ha insegnato al Conservatorio di Venezia per dieci anni; tiene regolarmente corsi all’Accademia Musicale Chigiana di Siena e nel 1999 è stato nominato professore alla Hochschule di Lucerna.
Per il repertorio barocco Giuliano Carmignola suona un violino “Florenus Guidantus” (Bologna, 1739), mentre per il repertorio di epoca successiva si avvale dello Stradivari Baillot del 1732 che la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna gli ha voluto affidare, a motivo della sua eccezionale levatura artistica e del suo impegno nella medesima città con l’Orchestra Mozart.

IL LUOGO DEL CONCERTO E LA SUA STORIA:

Il Monte Folgorito è una vetta modesta che non raggiunge nemmeno i 1000 metri, ma è dignitosa per il panorama sulla costa e sul vicino monte Altissimo. La zona è carica di storia essendosi trovata lungo la linea gotica, resti della quale sono ancora visibili in vetta e lungo il sentiero che porta al monte. La salita è facile e piacevole allietata da fioriture molto belle durante la buona stagione.
MONTE FOLGORITO
Il Folgorito è una modesta montagna (911,5 metri) della catena che dall’Altissimo, tramite il passo degli Uncini ed il Carchio, si affaccia verso il mare. La vetta termina con un caratteristico cucuzzolo appuntito ed erboso che si trova a confine tra i comuni di Montignoso (Massa-Carrara) e di Seravezza (Lucca). Il versante che guarda la valle del Serra è aspro e roccioso. In sua corrispondenza il crinale si sdoppia in un ramo sud-occidentale che continua fino alla rupe del Castello di Aghinolfi (226 metri) nel montignosino, mentre un ramo sud-orientale degrada dolcemente verso Seravezza.
Il nome gli deriva dal fatto che la sua cima è bersaglio dei fulmini che vi si scagliano con forza specialmente durante i temporali estivi. Folgorito
Dalla vetta si gode di buon panorama sulla costa e sulle Apuane meridionali e settentrionali, in particolare sui vicini Carchio ed Altissimo. Si sale facilmente col sentiero 140 sia dal Pasquilio che da Seravezza. La croce della vetta, molto imponente, fu eretta il 12 giugno 1986 dagli abitanti di Montignoso.
Sulla vetta e sul crinale ci sono resti di fortificazioni della linea gotica. Inoltre di particolare rilievo le fioriture che allietano l’escursionista specialmente nella tarda primavera.
LA LINEA GOTICA
La Linea Gotica, poi chiamata Linea Verde, era la barriera fortificata dai Tedeschi e lunga 320 chilometri che per circa sette mesi, dal settembre 1944 all’aprile 1945, spezzò l’Italia in due. Andava da Pesaro sull’Adriatico fino a Montignoso in provincia di Massa-Carrara. Localmente tutta la dorsale dal passo degli Uncini, passo della Greppia, passo del Pitone, Carchio e Folgorito faceva parte di questo baluardo difensivo costruito dai tedeschi.
Negli ultimi mesi della guerra il fronte di guerra si attestò proprio in zona: la zona di Seravezza era sotto il controllo alleato mentre Massa-Carrara era ancora sotto il giogo nazi-fascista ed era controllata dalla Wermacht, dai militari dell’RSI e dalle feroci bande della Mai Morti.SentieroLineaGotica
E proprio nella zona del Folgorito gli alleati con l’appoggio dei patrioti apuani sferrarono l’attacco finale che sorprese i soldati tedeschi creando il primo varco nella zona occidentale della linea gotica ed avviando in questo modo la liberazione apuana e del Nord Italia.
Più precisamente, in località le Forche, la mattina del 5 aprile i soldati della fanteria nippo-americana (detti Nisei), guidati dai partigiani, sorpresero addormentati e fecero prigionieri i difensori tedeschi e si aprirono un varco senza colpo ferire.
Da qua si portarono sulla vetta del Folgorito, difesa da alcuni tedeschi ed italiani, ed iniziarono un’aspra battaglia a cui parteciparono anche i soldati tedeschi che si trovavano al Campaccio. Tutti i militari prigionieri alle Forche ed i loro custodi morirono e di alcuni non rimase alcun segno di riconoscimento. Il giorno dopo la battaglia si concluse con la vittoria alleata.
Oggi rimangono molte testimonianze storiche di questa linea difensiva in particolare lungo il sentiero 140 (detto sentiero della linea gotica). Si tratta di buche, trincee, camminamenti, caverne rifugio e dormitorio e postazioni di tiro, tutte della Wermacht. Invece nel versante verso Azzano ci sono analoghe opere dei soldati americani.